mercoledì 16 marzo 2011

per la serie "Musici sottovalutati": Matt Johnson e i THE THE (che poi è la stessa cosa)

Ancora una volta, colpa del noleggio cd di via Soncino a Milano.
Era il 1993 ed ero in pieno periodo di scoperta musicale, e il negozietto vicino a via Torino era una gran manna dal cielo, in anni in cui ancora internet e il download non si sapeva nemmeno cosa fossero (pare di parlare di un'altra era geologica, eppure son passati "solo" 18 anni) (DICIOTT'ANNI??? AAAAAAH!).
Insomma, arriva un bel giorno in cui insieme a chissà cos'altro decido di noleggiare "Dusk", album fresco di stampa di un gruppo inglese dallo strano nome: "The The", nome dietro cui si cela il solo Matt Johnson di volta in volta accompagnato da musicisti diversi. In quegli anni il buon Matt suonava circondato da un gruppo vero e proprio: James Eller (già con Julian Cope), Dave Palmer, D.C. Collard e soprattutto l'ex-Smiths Johnny Marr alla chitarra. Nientepopodimenoche. Avevo già letto ottime recensioni, io cresciuto a pane e Mucchio Selvaggio (e, in quel periodo, onnivoro: Rumore, Rockerilla e a volte persino Buscadero. Ma poco.), ma le aspettative non erano altissime: tutto sommato i The The non erano certo una stella di prima grandezza, almeno in Italia. Non immaginavo che inserendo il cd nel lettore sarebbe stata una tale folgorazione: gente, "Dusk" era il disco perfetto, e lo è ancora a distanza di così tanto tempo.
Un inizio strano, con un gracchiare di vinile che fa da sottofondo al solo Matt Johnson e alla sua chitarra acustica in un'introduzione mezzo parlata e mezzo urlata apparentemente live, con ammiccamenti vocali tra "ooooh" e risate del (finto?) pubblico. É "True happyness this way lies", splendida e struggente con quel suono delle corde dell'acustica in primo piano. Da lì in poi, una sequenza di canzoni una più bella dell'altra, senza cali di tono: dopo l'inizio in solitaria, a Johnson si aggiunge il gruppo ed è un torrido organo a segnare il sound della successiva "Love is stronger than death". Quante volte ho riascoltato le ultime note della canzone, con l'Hammond che vibra e cambia e si stratifica, ogni volta in un modo apparentemente differente! E poi, a seguire, un filotto di capolavori: "Dogs of Lust" (ricordo il video con il gruppo sudatissimo a suonare in una stanza riscaldata ad arte, a sottolineare il testo When you're lustful, when you're lonely and the heat is rising slowly), il crescendo di "This is the night" che muta senza stacchi nella splendida "Slow emotion replay", che solo in un mondo ingiusto e superficiale come il nostro non é diventata un hit internazionale. E che testo! The more I see, The less I know (...) Everybody knows what's going wrong with the world, but I don't even know what's going on in myself (...) I'm just a slow emotion replay of somebody I used to be...
E via verso il finale: "Helpline operator", "Sodium light baby", "Bluer than midnight" e la conclusiva "Lonely planet" (If you can't change the world change yourself), inframmezzate solo dalla quasi strumentale e intima "Lung shadows".
Uno spettacolo. Malinconia e gioia, melodia e rumore, morbidezza e ruvidità, sole e luna, in questo grande album c'é davvero tutto quello che cerco in un disco.
Matt Johnson ha scritto altri grandi album, in particolare il precedente "Mind Bomb", con lo stesso identico gruppo, e grandissime canzoni, sempre con intensità e con elevatissima qualità sia a livello di testi che di soluzioni musicali, ma a mio parere mai con questa completezza.
Un innovatore, capace di passare con naturalezza attraverso diversi stili musicali trovando sempre melodie e arrangiamenti allo stesso tempo semplici e così sorprendenti, pur mantenendo uno squisito gusto pop. Poche le note fuori posto, e testi spesso impegnati e importanti, spesso anticipatori di temi di grande rilevanza sociale (si pensi a "Armageddon days are here again", in cui Johnson nel 1986 criticava aspramente l'uso della religione per fini decisamente terreni e anticipava il tema del conflitto tra religioni che sarebbe diventato drammatica realtà più di dieci anni più tardi).
É dal 2000 che Matt Johnson non pubblica un nuovo album di canzoni (l'anno scorso uscì la colonna sonora del film "Tony", tutta strumentale, a 10 anni dall'ultimo "NakedSelf"); dedicandosi apparentemente più all'impegno sociale che alla musica e facendoci arrivare sue notizie attraverso il suo sito. Davvero mi auguro che non ci faccia aspettare ancora molto, abbiamo bisogno di una voce così talentuosa e fuori dal coro.

8 commenti:

  1. sequennza dei miei pensieri
    a) visto il titolo (minchia che musica di m....)
    b) dopo un secondo (ma no dai andrea ha gusti variegati, tu i DEDE te li ricordi a deejay television ma magari ti sbagli, almeno leggi..)
    c) johnny marr (minchia che musica di m..)

    me lo leggo ma tanto è musica di m...
    :-)

    ps: DICIOTT'ANNNI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. letto..
    ma allroa chi era a deejay television?

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  3. insomma, adesso pare arrivi un'altra colonna sonora... e agli adepti in lutto non resta che passare ore a discutere su quale sia l'album più bello (io non ho ancora deciso)

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  4. TI DEVO CONOSCERE!!!!Finalmente qualcuno che ha tradotto in parole quello che penso da anni.Sin dal mio primo acquisto nel 1985 col disco infected non ho potuto che appassionarmi a tale meraviglia.Scoprendo dai muri del westend di Londra quella strana scritta, fatta dai fans, con quello strano nome non pensavo che da lì a poco mi sarebbe diventata così familiare. Un grande rammarico che Matt sia così sottostimato e che non molti si soffermino a dedicare un pò di tempo all'ascolto attento.Per me è stata una folgorazione e e non ho avuto bisogno di ascolti attenti e forse cercare di far capire un'arte è la cosa più difficile.Complimenti per l'articolo conciso ed esaustivo per chi conoscesse ancora i THEthe.

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  5. ciao Dario! purtroppo da noi i TheThe li conoscono in pochi, e certo al giorno d'oggi stare 10 anni senza pubblicare un disco non è che aiuti ad aumentare la popolarità... Speriamo che Matt Johnson si svegli dal torpore e ricominci a fare musica!

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  6. Hai perfettamente ragione, anche perché, già quando era in piena produzione fare un disco ogni 5 anni non era proprio una strategia di mercato e che l'ha pagata troppo duramente specie negli ultimi anni.D'altronde fare dischi alla Ligabue si vede paga in termini di guadagno, ma non in qualità.E un artista con la A maiuscola come Matt Johnson non si fa comperare, ed è uno che a detta di alcuni mestieranti è linfa vitale per altri ben più noti musicisti che attingono a piene mani visto l'inpopolarità delle sue canzoni

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  7. @ Dario: in caso capitassi ancora da queste parti e non ne fossi informato (ma ne dubito, mi sembri un "thetheologo praticante"), ti informo che è uscito il secondo cd della serie Cineola": "Moonbug". Musica composta ovviamente da Matt Johnson e acquistabile direttamente su www.thethe.com.
    Solo una colonna sonora strumentale ma accontentiamoci, in mancanza d'altro..

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