domenica 19 giugno 2011

I La Crus raddoppiano, e io mi sento meno solo

I La Crus sono stati probabilmente il gruppo italiano che più mi ha appassionato musicalmente e che più attraverso i testi delle proprie canzoni ha saputo descrivere me e i momenti della vita che ho vissuto negli ultimi 15 anni. Spesso sono arrivato a pensare che mi conoscessero meglio di quando non mi conoscessi io, tanto era impressionante la loro capacità di interpretare sempre i miei stati d'animo; infine, a coronamento di questo "nostro" percorso comune, si sono sciolti nel 2008, proprio quando avrebbero dovuto, quasi a segnare definitivamente il distacco che anch'io stavo vivendo.
Dopo un'estemporanea reunion sul palco dell'ultimo Sanremo, dove hanno proposto con successo quella "Io confesso" che in realtà già era lavoro solista di Mauro Ermanno Giovanardi, i due principali componenti del gruppo sono recentemente usciti con i loro rispettivi album solisti, tra conferme e piacevoli sorprese.

La conferma è "Ho sognato troppo l'altra notte?" di Mauro Ermanno Giovanardi, che può a un primo ascolto rappresentare la continuità col passato sopratutto grazie all'espressività della sua inconfondibile e caldissima voce. Un album pieno di spunti, un paio di cover ("Bang bang", cantata con Violante Placido, e "Solitary man", entrambe proposte nella versione italiana), un taglio cinematografico ancor più accentuato del solito, molti archi e suggestive tinte sixties.
La sorpresa è invece il primo album omonimo di Cesare Malfatti, davvero bello. Dico sorpresa non perché avessi dubbi sulle capacità di Cesare, che é stato artefice del sound dei La Crus almeno quanto Joe, ma piuttosto perché non pensavo a un esordio così immediato come solista, immaginandomelo piuttosto impegnato come produttore o in progetti paralleli come quello coi Dining Rooms. Invece, suonando tutti gli strumenti e sfoderando una voce timida ma sicura, Malfatti sforna 11 canzoni delicate e personali, caratterizzate da una strumentazione perlopiù acustica superbamente arrangiata e con testi sempre profondi, colti e introspettivi: a ben vedere i due terzi dei La Crus sono qui, dato che le parole sono firmate da quell'Alessandro Cremonesi che del gruppo milanese é stato la terza colonna nascosta. Tutte le canzoni dell'album si possono ascoltare in streaming qui, dove trovate anche tutti i testi. Chiudete gli occhi e lasciate che questa musica matura e intensa vi entri dentro in punta di piedi e vi faccia compagnia come solo i cari amici riescono a fare: quelli con cui potete permettervi di essere tristi e allegri, senza finzioni, e con cui riuscite ad essere voi stessi.

Mentre l'album di Joe si trova comodamente in tutti i negozi di dischi, e anzi ha goduto di un battage pubblicitario notevole da parte della sua major  discografica, il cd di Cesare si può per ora ordinare solo direttamente a lui, scrivendo una mail all'indirizzo cesare.malfatti@gmail.com, e arriva a casa in una splendida confezione numerata, personalizzata e cucita a mano: un altro motivo per non farselo sfuggire. Passate parola.

Merita un commento particolare il legame che Joe e Cesare mantengono con il loro pubblico. Entrambi hanno un profilo Facebook in cui mantengono un rapporto attivo con amici veri e virtuali, commentando e interagendo personalmente con tutti in maniera davvero inusuale; questo dà bene l'idea dell'umanità e della "normalità" che i due hanno mantenuto con il passare degli anni (lo stesso capita ad esempio con un altro monumento della musica indie italiana: Cristina Donà).

Chapeau, e grazie per non avermi lasciato solo per troppo tempo.

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