domenica 17 ottobre 2010

Il mio fumettista preferito di tutti i tempi: CHRIS WARE

Due paroline sulla vignetta che senza chiedere la minima autorizzazione a nessuno ho deciso di usare come testata del blog. Il personaggino ritratto sull'incazzato andante sul divano é l'ennesimo topo antropomorfo del fumetto americano. Dopo l'odioso e saputello Mickey Mouse (alzi la mano chi prova la benché minima simpatia per Topolino!), dopo Krazy Kat del geniale Herrimann, dopo il fondamentale Maus del Pulitzer Art Spiegelman e chissà quanti altri, ecco a voi Quimby the Mouse di Chris Ware.
Quimby non é - ovviamente - un fumetto per bambini, essendo il nostro topastro l'interprete di storie (vignette, schizzi, short stories) di malessere adolescenziale e altre amene problematiche umane "per adulti". Forse, come ogni altra storia di Ware, non é nemmeno un fumetto nel senso classico del termine. Definirei leggere un libro di Ware come un'esperienza a 360 gradi. I libri che raccolgono le storie di Quimby the Mouse, come del resto le raccolte di Acme Novelty Library e il "famoso" Jimmy Corrigan (vincitore a mani basse di una serie di premi letterari come libro dell'anno nel 2001), sono una vera goduria per gli occhi e un fuoco d'artificio di inventiva.
Tavole complesse e caratterizzate da una suddivisione delle vignette minimale e allo stesso tempo spettacolare, un segno pulitissimo e quasi stilizzato, un'impaginazione di una fantasia unica. Persino il formato dei volumi é peculiare, o molto grande o più piccolo degli standard consueti, magari con disposizione orizzontale (vedi Jimmy Corrigan). E una cura dei dettagli incredibile: microvignette ricavate nella costina dei libri cartonati, sovracoperte apribili che diventano poster (es. quella del n. 13 del libro-rivista McSweeney's Quarterly Concerns ideato dallo scrittore Dave Eggers, con incisioni dorate in rilievo), per non parlare delle finte inserzioni pubblicitarie o dei giochi-modellini in 3D da ritagliare e piegare onnipresenti in ogni suo volume.
Una tale quantità e "densità" di materiale grafico da lasciare senza fiato (e da far impazzire i traduttori: l'edizione italiana di Jimmy Corrigan é stata pubblicata nel 2010 dopo anni dal suo annuncio, ed é ad oggi l'unica opera dell'artista statunitense reperibile nella nostra lingua). Personalmente considero Ware un fumettista quasi più da "guardare" che da leggere, e naturalmente così dicendo faccio un torto alla qualità della sua scrittura. Ma é davvero una goduria per gli occhi: cercare le sue copertine del New Yorker per credere.

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